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Reflusso Gastroesofageo sintomi e cura
05/09/2016
Bruciore di stomaco, acidità, rigurgito e percezione di risalita di materiale acido lungo
l’esofago sono i principali sintomi della malattia da reflusso gastroesofageo, una patologia che
colpisce circa il 40% della popolazione senza differenza tra i sessi e più frequentemente
intorno ai 35/45 anni. Quando questi sintomi sono frequenti (se si avvertono almeno una
volta alla settimana) è bene evitare il fai-da- te farmacologico e rivolgersi a uno specialista per
evitare che quella che è una malattia benigna peggiori e diventi causa di disturbi cronici che
possono interferire seriamente con la qualità della vita. Ma di che cosa si tratta esattamente?
Il reflusso gastroesofageo è causato dalla risalita del contenuto acido nell’esofago. Quando si
mangia l’esofago riesce normalmente a far scendere il cibo verso il basso. Il passaggio del bolo
alimentare nello stomaco è regolato dallo sfintere esofageo inferiore, una sorta di valvola che,
aprendosi, consente il transito del cibo e chiudendosi impedisce la risalita verso l’alto dei
succhi acidi presenti nello stomaco. Quando questo sfintere si apre nel momento sbagliato,
consente la risalita del contenuto gastrico nell’esofago che va ad irritare la mucosa esofagea
scatenando così i tipici sintomi del disturbo. Quando il reflusso diventa importante, per
frequenza o per la severità dei sintomi, si parla appunto di MRGE, cioè di malattia da reflusso
gastroesofageo.
Le cause
L’alternata funzionalità dello sfintere esofageo è la principale causa di questa
patologia. La seconda causa in ordine di importanza è rappresentata dal rallentato
svuotamento gastrico. Tanto maggiore è il periodo di permanenza del cibo nello stomaco
tanto maggiori sono probabilità che si verifichi il reflusso. Anche le alterazioni salivari
possono scatenare il disturbo. La saliva infatti è in grado di tamponare le piccole quantità di
acido che risalgono nell’esofago. Se il ph salivare si abbassa tale protezione viene meno,
rendendo l’esofago più esposto all’attacco degli acidi.
I sintomi
Bruciore, acidità rigurgito, come anticipato, sono i principali segnali della malattia.
In fase acuta possono comparire spasmi esofagei che causano dolori retrosternali simili a
quelli dell’angina pectoris. Tale dolore toracico compare, molto spesso, dopo aver assunto
pasti abbondanti e peggiora sotto sforzo o stando in posizione sdraiata. Altro sintomo tipico
della MRGE è la difficoltà a far scendere il cibo lungo l’esofago (disfagia). Esistono poi sintomi
avvertiti in gola o nell’apparato respiratorio che possono associarsi alla malattia da reflusso:
raucedine, asma, tosse cronica, laringiti o faringiti. Si tratta in questo caso di disturbi atipici
che si possono verificare anche in assenza dei sintomi classici della malattia.
Le complicanze
Se non curata tempestivamente la malattia da reflusso gastroesofageo può
provocare seri danni quali lesioni della mucosa esofagea (esofagite), irritazioni croniche delle
pareti dell’esofago che possono degenerare in infiammazioni, logoramento dell’organo e
ulcere. L’esofago di Barret è la complicanza più grave poiché causa un cambiamento della
mucosa esofagea dal punto di vista cellulare. Tali alterazioni possono essere reversibili o
croniche. In quest’ultimo caso si parla di una vera e propria fase precancerosa.
La diagnosi avviene attraverso esofago gastro duodenoscopia, radiografia dell’esofago e
dello stomaco con mezzo di contrasto, manometria esofagea e pHmetria delle ventiquattro
ore.
La terapia
La terapia farmacologica mira a combattere e limitare i danni provocati dal
contatto del contenuto acido dello stomaco refluito nell’esofago. I farmaci più utilizzati sono
quelli necessari a ridurre l’acidità del contenuto gastrico (antiH2 e inibitori della pompa
protonica) e quelli utili a creare all’interno dello stomaco un gel atto a ridurre il reflusso.
Alimentazione e stile di vita
Per limitare i disturbi provocati dal reflusso gastroesofageo è
indispensabile curare l’alimentazione e svolgere del movimento. Vietato il fumo, gli alcolici e i
superalcolici, le bevande gassate, cioccolata e cibi a base di menta soprattutto prima di
coricarsi.
Interventi – Tecniche chirurgiche o laparoscopiche sono indicate laddove, ad esempio, il
reflusso gastrico sia associato all’esistenza di un’ernia iatale o quando i farmaci non
funzionano o non sono sufficienti per risolvere i sintomi o per tenere a bada le complicanze
derivanti da questa patologia.
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